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Il plancton

DiatomeeCol termine plancton (dal greco ’planktós’=errante) si indicano quegli organismi marini che non sono in grado di spostarsi autonomamente e vanno quindi alla deriva nelle acque aperte, più o meno alla mercé delle correnti oceaniche. Le dimensioni degli organismi planctonici, sia quelli di origine vegetale (Fitoplancton) che  animale (Zooplancton), variano dal minuscolo picoplancton, più sottile di un capello, alla medusa, al megaplancton, che può misurare un paio di metri e pesare sino ad una tonnellata.
Il plancton costituisce  la più importante risorsa alimentare del sistema marino, perché di esso si ciba direttamente un gran numero di specie marine, ma soprattutto perché il fitoplancton, attraverso la fotosintesi, è in grado di trasformare l’energia del sole nelle sostanze organiche alla base della catena alimentare oceanica.

Esso comprende batteri, alghe e altri organismi monocellulari dotati di straordinarie strutture trasparenti, simili al vetro, e contenenti al loro interno pigmenti verdi, azzurri o bruno dorati, grazie ai quali ogni anno, durante lo sviluppo stagionale primaverile ed estivo, produce quasi il 50% dell’ossigeno mondiale. Il fitoplancton, necessita di luce e sostanze nutritive per vivere e accrescersi,  quindi colonizza i primi cinquanta metri della superficie, ed è in parte responsabile del colore verde-azzurro delle acque temperate, che arrivano a contenerne fino a 425 milioni di organismi per metro cubo.
Più lentamente del plancton vegetale si accresce lo zooplancton, che nutrendosi del primo, deve attenderne il pieno sviluppo. Oltre a brucare il fitoplancton, lo zooplancton può essere carnivoro e nutrirsi di altro zooplancton o di piccoli pesciolini che cattura con tecniche le più bizzarre.
Non tutto il plancton è destinato a restare nell’ambiente spietato delle acque aperte: il Meroplancton è l’insieme delle piccole uova e larve che trascorrono parte della vita nello stato planctonico, prima di svilupparsi in animali e piante più sofisticate e di dimensioni molto maggiori. Alla fine dell’estate il mare è pieno di uova galleggiante, di larve e piccoli invertebrati che, dopo i primi esperimenti di nuoto, diventeranno granchi, aragoste, ricci, molluschi, cirripedi e anche pesci, a patto di sfuggire ai predatori durante le prime settimane di vita nelle acque aperte.